25 ottobre 2021

A.N.B. Torino 

VISITA al MUSEO della CAVALLERIA di Pinerolo
e Pranzo sociale in agriturismo
24 ottobre 2021

Dopo più di due anni di pandemia, dopo lunghe restrizioni, sacrifici e assenza di attività, la nostra Sezione "A. Lamarmora" di Torino è ritornata in pista con questo piacevolissimo ritrovo cultural/gastronomico che ha avuto un ottimo successo.
Una trentina di soci, tra bersaglieri e simpatizzanti, hanno partecipato all'evento: prima alla visita guidata nel Museo della Cavalleria di Pinerolo, poi attorno ai tavoli del ristorante dell'Agriturismo "Dai Dellerba" in Strada Costagrande, sulle colline di Pinerolo, un posto panoramico e magnifico, verso i Tre Denti e il colle del Crò.

Presento alcune foto, scusandomi per la modesta qualità delle medesime (non tutti i cellulari sono adatti a fare opere d'arte...)

Iniziamo con la visita al museo, guidati da esperti volontari dell'Associazione d'Arma della Cavalleria.
Di spalle, il nostro "cicerone".

Decorazioni e croci di guerra della Cavalleria.

Qui sopra si vedono elmetti in cuoio da aviatore e una insegna aerea dell'aviazione tedesca. 
Diversi aviatori italiani della Prima Guerra Mondiale venivano dall'Arma della Cavalleria, e il più famoso fu Francesco Baracca, che adottò sul suo aereo l'emblema del "cavallino bianco rampante" che sfoggiava sulla fusoliera del velivolo. In seguito, dopo la morte di Baracca, questo contrassegno fu concesso all'industria della Ferrari, che con esso da allora marchiò tutte le sue auto sportive.

E' da notare che agli inizi della Prima Guerra Mondiale era d'uso, da parte degli aviatori, atterrare accanto all'aereo avversario abbattuto e appropriarsi di qualche "trofeo" a ricordo della propria vittoria.
In queste due precedenti foto si vedono appunto pezzi di rivestimento d'aereo riportanti la croce di guerra tedesca.


Armi individuali e fucili più o meno antichi...


Sono esposti anche elmi e corazze della cavalleria dei secoli passati.

Tre immagini di numerose sciabole e spade.



Truppe a cavallo e truppe cammellate.

Questa cornetta da cavaliere è un tragico reperto: la freccetta rossa indica il foro di una pallottola che ha trapassato di netto il tubo di metallo ed è poi penetrata nel corpo del cavaliere, uccidendolo.

Numerosi elmetti coloniali.

Le cinque foto qui riportate illustrano diversi tipi di fucili, dai più vecchi, al "91", ai fucili automatici e ai fucili mitragliatori succedutisi negli anni.

Si possono notare i famosi "Parabellum" americani...
..
... e mitragliatori più moderni.


Alcune serie di vistose spalline dorate.

Il nostro "cicerone" era preparatissimo. Peccato che di cose da dire ne aveva moltissime e così, con tante spiegazioni così, rischiavamo di non riuscire a vedere tutto il museo...

Un piccolo gruppo statuario in bronzo riguardante la Guerra di Crimea. Si intravedono, insieme con i soldati turchi, anche i nostri Bersaglieri.

Lo riconoscete benissimo: è l'Avvocato Giovanni Agnelli, che prestò servizio in Cavalleria.

Una composizione di stendardi...

...e un'altra composizione di stendardi cavallereschi italiani, molto malconci (bandiera vecchia e rovinata, molto onore).

Il re Vittorio Emanuele II, troneggiante su di uno splendido destriero.

Una statuetta di un Bersagliere, con fucile alla spalla e baionetta nel fodero.
Potrebbe rassomigliare a La Marmora, che però portava la sciabola e non il fu
cile.

Eleganti uniformi di cavalieri. In cavalleria era molto apprezzata e curata l'eleganza.

Alcuni elmi cavallereschi, splendidi per le loro decorazioni e per i pennacchi.


In questa immagine in alto si vedono tre elmetti lucenti e in basso le numerose attrezzature specialistiche necessarie per costruirli!

Qui non si distingue molto bene, ma i pennacchi di questi elmetti sono realizzati con crine di cavallo. 

Cornette, trombe e ricca argenteria per i sontuosi pranzi ufficiali.

E' una riproduzione settecentesca di un ragazzino di nobile lignaggio, destinato alla carriera militare. I nobili bambini ricevevano dalla famiglia una parte della truppa, in modo che ne fossero anche i capi militari e, crescendo, diventassero ufficiali e generali.
Sì, proprio come... NEL REGGIMENTO DI PAPA'!

Il manichino di un lanciere a cavallo. Nel museo tutti i cavalli esposti sono realizzati in resina, tranne uno che è imbalsamato e che vedremo più oltre.

E' da notarsi, in queste due foto, la sofisticata e complessa brigliatura per la manovra: c'è la briglia "di morso" e la briglia "di filetto". Il comando delle due briglie è da effettuarsi ruotando abilmente i polsi da parte del cavaliere.

Pare che, nonostante tutto il suddetto complicato e fastidioso marchingegno, i cavalli si trovino ugualmente a loro agio.

Uniformi di Ussari.

Pittoresca ed elegante uniforme bicolore.

Un lanciere dell'esercito indiano dell'India...

...e la classica divisa del famoso 7° Cavalleggeri yankee.

Questo è un aulico cavaliere francese.

Com'è noto, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, i cavalli non furono più utilizzati come mezzi d'assalto.
Il loro posto è stato brutalmente usurpato dalle macchine. Qui vedete una arrugginita "scatola di sardine" del Regio Esercito Italiano, esposta all'ingresso del museo.

Questo è il famoso cavallo di nome Cromwell, l'unico animale imbalsamato esposto nel museo.

Carrozza trainata da 4 cavalli (in resina). Le dimensioni del veicolo sono imponenti: è più lungo di un autobus!

Carrozze di servizio e per il trasporto di bagagli.

L'affascinante pittura astratta di un agile cavallo.

Come abbiamo detto, oggigiorno i cavalli da battaglia sono ormai i carri armati e le autoblinde.
In queste due foto vedete un vecchio mezzo centrato dall'artiglieria e conciato piuttosto male.


L'eterna e famosa "scatola di sardine" del Regio Esercito Italiano, il troppo piccolo sogno italico per contrastare i mostri d'acciaio degli americani e dei tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale... E' il modello "L 35". Due (...ben due!) mitragliatrici binate...


Terminata la bella visita al Museo, ci siamo recati all'Agriturismo "Dai Dellerba" sulle colline di Pinerolo, in direzione Talucco.
In una posizione stupenda, ristrutturato da poco, con ampio parcheggio e bellissime fioriere di geranio-edera.


Trenta commensali, allegri e vocianti. Era tanto tempo ormai che non si andava più in piola insieme!



Qui ritratti sono il nuovo Presidente di Sezione, Massimo Chendi, insieme con la sua Signora Ivana Salidu, la "First Lady"!

E naturalmente, anche il glorioso "Past-President" gen. Umberto Mangia, insieme con la sua Signora "Past-First Lady" Angela Martoia. 

Questo distinto signore è il nostro pittore ufficiale, il simp. Giorgio Airoldi.



E non poteva mancare una figura fondamentale di Sezione e molto in gamba: il nuovo Amministratore di Sezione, il bers. Piero Follo.

E infine anche il nostro autista regolamentare di pullman deve essere celebrato: il bers. Luciano Lusso.
Non fosse stato per lui, saremmo sempre andati ai raduni a piedi.
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Prodotto e stampato il 25/10/2021 nelle segrete della Sezione, a cura di Johnny Albera.